L’Alta Sensibilità nella vita di tutti i giorni

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a cura di Annalisa Anastasi

La diretta di Aspic FVG del 22 novembre 2023 ha avuto come protagonista la dottoressa Elena Lupo, laureata in psicologia, formata in psicoterapia biosistemica e consulente internazionale Alta Sensibilità.
Lupo ha evidenziato che una parte di popolazione ha un funzionamento di tipo differente; l’obiettivo di studi e interventi non risulta creare divisioni tra i gruppi ma avvicinare le persone agli aspetti connessi alla differenza e all’accettazione della vulnerabilità che non vuol dire fragilità. Questo tratto del temperamento, a predisposizione genetica, riguarda il 30% delle popolazione e rappresenta un aspetto del funzionamento cognitivo che mostra differenze in almeno tredici aree, come emerge da uno studio che è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Brain and Behavior” nel 2014 e da successive ricerche che si trovano nel libro “Il cervello altamente sensibile” che descrive il suo diverso funzionamento. La persona altamente sensibile è molto più portata a focalizzarsi sugli stimoli interni ed esterni e attua una maggiore elaborazione di questi stimoli. Ciò costituisce una caratteristica funzionale per la società a livello di connessione con gli altri. Un altro aspetto è l’area premotoria: è stato dimostrato che nel cervello ci sono dei neuroni specchio che si attivano quando proviamo empatia. Le persone altamente sensibili leggono molto i messaggi nascosti e i non detti, ciò non significa prevedere il futuro ma cogliere più aspetti nelle relazioni. Risulta difficile definire la percentuale di fattori ambientali e genetici che incide sullo sviluppo dell’alta sensibilità; per gli studiosi si tratta di un 50 e 50. Secondo la dottoressa Elaine Aron, la prima a studiare questo tratto, “il talento più grande delle persone così sensibili è trovare la propria vocazione e manifestarla”. Quando le persone altamente sensibili smettono di agire nel loro falso sé, costruito per adeguarsi alla società, riescono a scoprire il proprio desiderio profondo. Per loro non esiste un incarico più adatto di altri, ma in ogni posizione in cui si trovano nella società possono dare il proprio contributo improntato maggiormente alla collaborazione rispetto alla competizione. Le persone altamente sensibili colgono i dettagli più sottili diventando spugne, percepiscono un’atmosfera energetica ed emotiva e ne vengono influenzate. “Ho colto molte volte il senso di separazione nei PAS. Bisogna fare un grande lavoro sulla chiarezza con noi stessi e nella comunicazione con gli altri. La modalità passivo aggressiva è tipica delle persone altamente sensibili. Risulta, quindi, importante esplicitare i propri stati d’animo e bisogni mentre la persona altamente sensibile si aspetta spesso che gli altri la comprendano. Fondamentale è conoscere i propri confini e farli rispettare, non apparire sempre compiacenti ed evitare i non detti lavorando sulla propria centratura”, spiega la dottoressa Lupo. Sentirsi non compresi è all’ordine del giorno; fino a un certo momento della vita si lotta per essere visti e riconosciuti. Utile potrebbe essere usare l’ironia e scegliere quali battaglie combattere lasciando andare le altre. Ci sono poi tanti tipi diversi di meditazione; quelli più efficaci incentivano il dinamismo in quanto i PAS vivono nella propria mente. “Bisogna abbassare l’energia della testa con attività come yoga, pilates, Thai Chi o Qi Gong creando una connessione con il corpo. In tale maniera si svuota l’energia mentale e si porta nei movimenti”, consiglia la Lupo. L’evoluzione 

spirituale risulta una delle vocazioni più comuni tra gli altamente sensibili. La loro percezione del rischio appare maggiore in quanto hanno una visione d’insieme degli accadimenti. Spesso si sentono dire: “Molla un po’”, in quanto devono lavorare sulla riduzione del controllo. Si può informare l’altro, ma non salvarlo. 

La dottoressa Lupo da otto anni sta formando anche gli operatori in giro per l’Italia perché il primo obiettivo per aiutare i bambini altamente sensibili in ambito scolastico è la conoscenza. L’impazienza che molte volte hanno gli altamente sensibili può causare in loro frustrazione, ma informare gli insegnanti della presenza di questo tratto risulta importante. Non esiste un unico modello di bambino, non si può giudicare sbagliato o difforme ciò che non rientra nello standard. Sappiamo ormai che la vita emotiva della madre passa, attraverso i neurotrasmettitori, al feto. La mamma altamente sensibile, di conseguenza, deve stare attenta a rispettare i propri limiti e confini durante la gravidanza. Risulta opportuno non apportare grandi cambiamenti (professione, casa, etc.) in questa fase perché incidono sulla salute emotiva; non lavorare fino al giorno prima di partorire perché il parto e i primi mesi di vita del piccolo sono già un momento di sovraccarico. Dopo la nascita, la mamma PAS diventa una leonessa che riesce a proteggere i propri figli pur non essendo stata in grado, in passato, di tutelare se stessa.